lunedì 24 luglio 2017

Recensione: Le stelle si guardano da lontano - Monica Sabolo




Titolo: Le stelle si guardano da lontano
Autrice: Monica Sabolo
Casa editrice: Mondadori
Genere: Narrativa
Pagine:160
Prezzo: 9.99 (ebook)
               19,00 (cartaceo)
Data d'uscita: 20 Giugno 2017


Crans-Montana è l'amore. Anzi no, è l'innamoramento. È il regno di una gioventù occupata solo dai propri desideri e dal fascino che naturalmente irradia la giovinezza. Era l'inverno del 1965? L'estate del 1966? Non ha nessuna importanza.
Un gruppo di ragazzi ebrei di buona famiglia si ritrova due volte all'anno per le vacanze nella località svizzera che dovrebbe simboleggiare aria limpida e tranquillità. Ma per i ragazzi, che a Parigi conducono vite ordinarie, Crans-Montana è il luogo dove la luce è forte, il cielo tagliente, le foreste cupe e inquietanti. È il luogo selvaggio dove poter finalmente godere della libertà - dove i cuori battono troppo forte.
Loro fremono e osservano la banda delle tre C. Chris, Charlie e Claudia. Sempre insieme, con l'aria di divertirsi e infischiarsene del mondo attorno. Una costellazione perfetta e luminosa fatta di capelli sciolti sulle spalle, sorrisi maliziosi e gambe lunghe, sguardi spavaldi. Un gruppetto di divinità che sembra essere lì, a pattinare sul ghiaccio o bere una Coca-Cola con la cannuccia, solo per farsi ammirare, per turbare i cuori dei ragazzi. E loro le spiano come investigatori che conoscono il sospettato, sulle piste da sci, a bordo piscina, fuori dai night club. Raccolgono indizi, prove della loro esistenza: sigarette al mentolo, chewing gum Hollywood al limone, caramelle alla violetta, e un anello con un teschio di onice dimenticato sul bordo di un lavandino e infilato febbrilmente in una tasca - la prova lampante del grande mistero femminile.
Gli anni passano. I ragazzi diventano adulti, i destini si separano e le vite fanno il loro corso lontano dalle montagne svizzere. Eppure il ricordo delle tre ragazze continua a perseguitarli come il fantasma di una giovinezza dorata eppure piena di segreti. In fondo "erano i nostri primi amori, e in seguito tutte le altre donne della nostra vita sarebbero state paragonate a loro, e nessuna avrebbe mai potuto cancellare i loro fantasmi, che riemergevano più reali delle nostre mogli, delle amanti, delle madri dei nostri figli". E nei trent'anni che seguiranno ognuno di loro cercherà di raggiungere qualcosa di grande, l'amore, la verità o semplicemente il senso di esistere e che la propria esistenza non sia vana. Finendo per tornare sempre a Crans-Montana.





Tutto ciò che vi aspettate da questo romanzo, “Le stelle si guardano da lontano”, verrà capovolto durante la lettura. Personalmente sono stata attratta dalla trama criptica, esteticamente attraente. 

Sarò onesta con voi: quando iniziai a leggere il romanzo rimasi abbastanza interdetta. Tutto mi appariva molto confuso; non capivo chi fossero i personaggi a parlare o ad agire. Tutto ciò che veniva fuori o, per lo meno, che riuscivo a capire era l’ambientazione e l’atmosfera estremamente curata. Nonostante avessi sufficienti motivi per lasciare il libro incompleto, c’era qualcosa che mi spingeva a continuare la lettura. Probabilmente la curiosità di collegare tutto tramite un filo rosso. Ed effettivamente così è stato.
Sapevamo di possedere una sorta di potere, e anche se la notte, nei nostri letti, avevamo voglia di piangere, senza capirne davvero il motivo, o di tirare pugni contro le pareti mentre la rabbia, come un'eruzione di lava mescolata a un senso di caduta, ci bruciava lo stomaco, eravamo al sicuro.

Il libro si divide in due parti: la prima in cui si susseguono punti di vista dei personaggi maschili che sono totalmente folgorati dal trio di ragazze più ambito di Crans-Montana, cioè le tre C (Claudia, Charlie e Chris). E una seconda parte in cui la storia viene narrata dai punti di vista delle ragazze in questione.
Una volta giunti alla seconda parte del libro, ormai, si è troppo immersi nella lettura anche solo per notare la differenza di narrazione. 

Lo stile che utilizza l’autrice è molto particolare. Mi è piaciuta particolarmente la descrizione dettagliata delle atmosfere, ambientazioni e persino degli oggetti/vestiario del tempo in cui sono calati i personaggi. Credo che sia il punto forte di questo romanzo. Riuscire a ricreare con un sorpreso senso estetico la magia di atmosfere e scene che ormai fanno parte di un lontano passato. 

Il romanzo si chiude in maniera inaspettata. E’ quasi un finale che a tratti delude e lascia il lettore con l’amaro in bocca. Eppure, al tempo stesso, risulta essere il finale più consono e giusto. E’ come se d’improvviso fossi catapultati nella realtà così come accade ai protagonisti. Quelle ragazze che avevano sempre visto come perfette, quasi eteree si rivelano mortali e fragili. Quelle ragazze che lasciavano scie di profumo inebriante al loro passaggio e che venivano adorate da qualunque uomo presente a Crans-Montana non sono più un mito. 
E comunque, noi sapevamo. Sapevamo che, in un mondo sotterraneo, in cantine di legno intagliato, accadevano cose. Sapevamo anche che noi non saremmo mai andati in quelle cantine. Non ne parlavamo tra noi, ma il solo sentire i racconti dei nostalgici - il Maggio '68, la libertà, un mondo migliore, il sesso, tutte quelle stronzate, - ci avrebbe provocato anni dopo un dolore improvviso alla nuca.
Vi invito a leggere questo libro e a vedere qualcosa di più, soprattutto inizialmente. Alcuni romanzi si svelano lentamente e si snodano durante la lettura. Quindi, dategli una possibilità se ne avete voglia! E, soprattutto, fatemi sapere che ne pensate!


VOTO:

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