mercoledì 30 agosto 2017

Recensione: Tutta colpa del mare (e anche un po' di un mojito) - Chiara Parenti

In questo ultimo soffio di estate voglio riportarvi alla mente tutti i ricordi più belli di questa stagione. Un romanzo dai toni chiaramente estivi mi aiuterà in questa impresa!



Titolo: Tutta colpa del mare (e anche un po' di un mojito)
Autrice: Chiara Parenti
 Editore
Bur Biblioteca Univ. Rizzoli
Genere: Contemporary Romance
Data di pubblicazione: 27 Aprile 2017
Pagine: 325
Prezzo: 2,99 € ebook
7,57 € copertina flessibile





Lettura consigliata agli astemi - perché cambino idea! La vita di Maia Marini procede a vele spiegate verso la felicità: un fidanzato appartenente a una prestigiosa famiglia, un lavoro presso una delle più rinomate agenzie di comunicazione di Milano, tre amiche splendide con cui trascorrere il weekend per festeggiare l'addio al nubilato di Diana, la futura cognata! Peccato che la meta prescelta sia la Versilia, dove Maia ha passato le vacanze fino all'estate dei 16 anni. Ritornare nei luoghi in cui ha lasciato il cuore e rivedere Marco, il primo amore, la manda in tilt. Così decide che qualche mojito non potrà farle male… e anzi l'aiuterà. Il mattino dopo, però, Maia non ricorda niente. Non ha idea di cosa abbia combinato durante quel folle venerdì notte. In compenso, però, lo sanno i suoi 768 amici di Facebook. Cercando di ricucire una situazione compromettente e compromessa in ogni settore della sua vita, Maia si troverà a porsi una domanda fondamentale: e se invece che la fine di tutto, fosse solo un nuovo inizio? Perché se è vero che l'alcol fa fare pazzie, è altrettanto vero che a volte aiuta a fare la cosa giusta!
Gaia alza gli occhi al cielo spazientita e poi mi afferra le braccia. «Maia, appena scenderai da questo treno sarà tutto come prima, non lo capisci?» Mi secca ammetterlo, ma ha ragione: nelle mie parole sento già il vortice pronto a risucchiarmi non appena scenderò da qui.

"Tutta colpa del mare", che chiamerò così per comodità, è un romanzo che parla di Maia Marini, una ragazza sveglia, ma' troppo succube delle aspettative altrui. Soprattutto di quelle irraggiungibili della famiglia del suo fidanzato, Lapo, che la vorrebbe impeccabile, sia come donna in carriera che come mogliettina devota. 
Ovviamente, niente è più lontano dalla natura di Maia che pur di compiacerli si costringe a vivere una vita che non le appartiene, fatta di regole, regimi alimentari assurdi e rinunce dolorose.
Almeno fino alla piccola vacanza forzata in Versilia, per l'addio al nubilato di Diana, una delle sue migliori amiche nonché sorella di Lapo.
Tornare nella terra che segretamente sente sua la sconvolge e la costringe ad un tuffo nel passato indesiderato. Fin dalla prima volta che poggia il piede per terra, scendendo dalla macchina, tutto le sembra familiare: l'odore, i colori e persino i suoni; come se tutto il tempo trascorso dalla sua ultima visita non fosse mai passato.

Questo flashback però porta con se anche spiacevoli ricordi, che le richiamano alla mente il motivo per cui non è più tornata; un motivo che ha un volto ed un nome ben precisi, Marco. Il suo primo amore, ma anche la sua delusione più grande.
Lo stesso Marco che dopo alcune ore rincontrerà per caso nel locale in cui lei e le sue amiche sono andate per festeggiare la loro prima sera insieme, bevendo un mojito (che incredibile strappo alla regola!) e mettendo da parte il lavoro per una sera. 
Il mattino dopo, al risveglio, le quattro amiche vivono una scena simile ad Una Notte da Leoni, con la sola differenza che la distruzione e il disordine che vedono intorno a loro sono reali e non parte di una scenografia. La casa di Madre, la terribile genitrice di Labo e Diana, è completamente distrutta, la macchina è scomparsa insieme a l'anello di fidanzamento di Maia, sul cellulare di quest'ultima appaiono chiamate nel cuore della notte al suo terribile capo, Tancredi, ed ultimo particolare, non proprio trascurabile, vicino a lei nel letto è disteso un Marco sorridente decisamente poco vestito.
Cosa cavolo sarà successo quella notte?!
«No, non può essere! Non dirmi che abbiamo…» piagnucolo nel panico.
Il suo silenzio mi fa sussultare.
Mi porto le mani alla testa, in un patetico tentativo di contenerne l’esplosione. «Oddio, io non posso averlo fatto! Io non tradirei mai…»
«Chi? Flash?» domanda Marco con un guizzo di divertimento negli occhi. Smetto di respirare.
Le ragazze non riescono a ricordarlo e non riescono nemmeno a ricostruire gli avvenimenti che le hanno portate ad un risveglio così traumatico, ma non c'è tempo da perdere, devono assolutamente riuscire a rimettere in ordine tutto prima che Madre lo venga a sapere! O che Lapo scopra qualcosa su Marco...
In una folle corsa contro il tempo, che mieterà più vittime che sopravvissuti e porterà a galla scandali e sorprese, le ragazze cercheranno di sistemare le cose, mentre Maia lotterà una battaglia personale per non far rifiorire un amore ormai morto da tempo. Ma si sa, quando la dea bendata ci mette lo zampino...


Questo libro mi è piaciuto, l’ho trovato molto piacevo ed in alcuni punti anche divertente. Si legge in poco tempo ed è come una ventata di aria fresca, in questo caldo afoso.
Il personaggio che mi è piaciuto di più, inutile dirlo, è Gaia. Il contrappasso che nasconde me l’ha resa ancora più simpatica. Inizialmente ci viene presentata come una ragazza senza cervello, che dice le cose sbagliate al momento sbagliato, che non sa mai quando trattenersi e che non capisce mai quando è meglio tacere.
Ma quando la situazione si fa critica, è lei la prima a trovare una soluzione, svelando un passato a dir poco strepitoso. In primo luogo, parla fluentemente il russo e questo è molto utile quando le ragazze capiscono di aver organizzato una festa abusiva nella piscina di un ricco ragazzo russo che, ovviamente, ha deciso di tornare prima dalle vacanze e le scopre in flagrante.
Ma come avrà fatto una gallina così ad imparare una lingua così difficile? Semplice, è andata a vivere in Russia. In Russia? vi chiederete voi. Esattamente. E’ andata a studiare matematica (o qualcosa di simile) all’Università.
Ed ecco che il caso perso del libro diventa improvvisamente la salvezza del loro gruppo e il personaggio di Gaia è riscattato.

«A Mosca» dice a bassa voce. «Ho studiato matematica e statistica alla Lomonosov Moscow State University.» Diana e io ci guardiamo, evidentemente confuse. «E perché lo tieni nascosto?» le chiede infine. Gaia alza gli occhi al cielo. «Oh, mi pare evidente!» prorompe. «Tutti penserebbero che sono una secchiona grigia e noiosa… È una questione di posizionamento sociale, avete presente?»
Inoltre le scene tragicomiche che si creano a causa sua sono, a mio avviso,le più belle del libro.
Un’altra cosa che mi è piaciuta molto del libro è che la scrittrice ha saputo accompagnare alla storia d’amore, già in sé molto bella ed intensa, una sottile ironia che sfocia a volte in episodi palesemente ilari, e in altre rimane solo in sottofondo. E si sa… fare ironia è un arte di pochi.
La storia d’amore fra Marco e Maia è la parte centrale della narrazione, che si alterna tra momenti presenti e flashback, mostrandoci i due vissuti dei protagonisti. Mentre inizialmente devo confessare di aver detestato Marco, per il comportamento poco serio e per la sua poca voglia di crescere, pian piano ho iniziato ad apprezzare il suo modo di fare e a capire le sue scelte.
Non voglio parlarvi molto di questa coppia, che si dovrà riunire attraverso il tempo e gli ostacoli, perché credo che la loro sia una vicenda singolare e bellissima, che possa essere solo letta per essere conosciuta.
Consiglio questo libro a chi ha voglia di una lettura ma non frettolosa, fatta bene e con stile.
Godetevi gli ultimi scampoli di estate prima che il triste (e speriamo meno caldo) autunno bussi alle porte.
Grazie per aver letto la recensione, ci sentiamo presto!







VOTO:

Marco si volta di scatto. «M-Maia?» Mi scruta incredulo da capo a piedi. Con guance in fiamme e il cuore in tumulto, mi siedo accanto a lui. «Ho guardato con attenzione, ma a Milano non c’è un cielo così.» Sollevo lo sguardo per un attimo sul drappo scuro che ci ricopre con la sua scintillante magia. «A Milano non riesco a vederle, le stelle.» 

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